Titolo: La memoria di Babel – L’Attraversaspecchi libro 3
Autore: Christelle Dabos
Editore: E/O
Pagine: 482
Lingua: Francese
Genere: Fantasy
Data uscita: 2019
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Breve Sinossi
“Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn? Nel terzo volume della saga Christelle Dabos ci fa esplorare la meravigliosa città di Babel. Nel cuore di Ofelia vive un segreto inafferrabile, chiave del passato e, nello stesso tempo, chiave di un futuro incerto.”
Il parere di Sofia:
Ho iniziato ad amare questa saga innanzitutto per Ofelia. Ricordo di aver pensato, già dalle prime righe: “Oh, finalmente una protagonista che mi somiglia”. Perché Ofelia, con i capelli mossi e scuri, gli occhiali sul naso che vanno sempre raddrizzati, la volontà di farsi invisibile dietro sciarpe, maglioni e cappotti, e soprattutto con la sua goffaggine, Ofelia è proprio me. Mi rivedo in lei quando urta gli oggetti, quando rompe qualcosa, quando incespica nei propri piedi, quando si spinge gli occhiali sul naso, quando si sente piccola e insignificante. Perché Ofelia è questo: una persona normale, ordinaria, quella che passa inosservata, quella invisibile. E Ofelia, nel corso di tre libri, mi ha insegnato una marea di cose: che essere invisibili e insignificanti – o sentirsi tali – non impedisce davvero di fare grandi cose, o di essere d’aiuto per le persone che si amano. Ofelia mi ha insegnato che anche le persone come noi, nel loro piccolo, possono fare qualcosa di grande, e me lo ha insegnato arrancando nella sua infinita sbadataggine.
La memoria di Babel è stato un terzo capitolo strepitoso, che mi ha tenuta sulle spine pagina dopo pagina. Ho scalpitato insieme a Ofelia, ho sofferto con lei, ho incassato i duri colpi in sua compagnia. Chissà perché ma Christelle Dabos ha il favoloso potere di farmi annegare nelle pagine che scrive, tanto che, il più delle volte, a malapena riesco a capire dove finisce Ofelia e dove inizio io. Ho seguito le nuove avventure di Ofelia e Thorn con il cuore in gola e la rabbia per non poter intervenire in prima persona. Ancora una volta mi sono resa conto che ho trovato pochi personaggi, nella mia lunga vita di lettrice, in cui riuscissi a rivedermi tanto, come invece accade con Ofelia.
E sebbene La memoria di Babel non sia riuscito a superare la quasi perfezione de Gli scomparsi di Chiardiluna sono in trepidazione all’idea di sapere cosa la mia Ofelia avrà da insegnarmi nel volume conclusivo.
Il mio voto
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